(Adnkronos) –
Israele continua a colpire l'Iran, il premier Benjamin Netanyahu non esclude l'ayatollah Ali Khamenei dalla lista degli obiettivi e ipotizza un cambio di regime come effetto collaterale. Teheran risponde con nuove ondate di missili e promette un'ulteriore "risposta devastante". Donald Trump, intanto, si prende il centro della scena: minaccia l'entrata in scena se l'Iran dovesse attaccare gli Stati Uniti, scommette sulla rapida conclusione del conflitto e alla vigilia del G7 arriva a proporre Vladimir Putin come mediatore tra Teheran e Tel Aviv. La guerra, intanto, continua con un copione che appare consolidato dopo 4 giorni. Israele manovra con apparente facilità nei cieli iraniani, colpendo sistematicamente obiettivi che minano la solidità dell'apparato militare ed economico. I raid contro gli impianti petroliferi si accompagnano nelle ultime ore gli attacchi contro le fabbriche di armi, contro le infrastrutture della Forza Quds, delle Guardie Rivoluzionarie e dell'esercito. In Iran, secondo Teheran, sarebbero morte almeno 224 persone. "L'Iran stava lavorando su un piano segreto per l'utilizzo dell'uranio in ambito bellico, sarebbe arrivato ad un test e ad un risultato nel giro di mesi. La questione qui è fermare tutto ciò che minaccia la nostra sopravvivenza e siamo determinati a farlo. Riteniamo di poter raggiungere l'obiettivo", dice Netanyahu a Fox News, confermando tra l'altro l'uccisione del capo dell'intelligence dei Guardiani della rivoluzione e del suo vice, 'eliminati' in un raid israeliano a Teheran. Mohammad Kazemi e Hassan Mohaqeq sono rimasti uccisi in un attacco sulla capitale, afferma il premier. E' vero che Trump ha bocciato il piano per uccidere Khamenei? "Ci sono così tante notizie false su conversazioni che non sono mai avvenute e non ho intenzione di entrare nel merito. Facciamo ciò che è necessario". L'obiettivo di Israele non è un cambio di regime "ma potrebbe essere questo il risultato perché il regime iraniano è molto debole". Secondo Iran International, Khamenei sarebbe stato trasferito in un bunker nella zona nordorientale di Teheran dopo i primi attacchi israeliani sulla capitale venerdì mattina. Con l'ayatollah ci sarebbe tutta la famiglia, compreso il figlio Mojtaba. Intanto Teheran, nelle stesse ore, continua a martellare il territorio israeliano con lanci di missili balistici. Prima l'allarme scatta a Tel Aviv e Gerusalemme, in serata l'ondata si dirige verso il centro e il sud del paese ebraico, con Haifa sotto pressione. L'Iran si ritiene in grado di alzare il livello dei propri attacchi e promette una "risposta devastante" a Israele che, dice il portavoce delle forze militari, Reza Sayyad, presto "non sarà più abitabile". "L'ampiezza della risposta devastante dei coraggiosi combattenti iraniani ingloberà tutti i territori occupati (Israele, ndr). Lasciate questi territori che non saranno più abitabili in futuro e non garantiranno più la sicurezza", afferma. Per il momento, la diplomazia non sembra avere posto in nessun angolo del campo. Teheran informa l'Oman e il Qatar che non intende negoziare sul suo programma nucleare – elemento cruciale della crisi – mentre è sotto attacco. Ottimismo, ma non solo, diffonde invece Trump. Il presidente degli Stati Uniti è convinto che tra Iran e Israele si arriverà ad un accordo. "Credo sia il momento per un'intesa. A volte devono combattere, credo ci sia una buona possibilità per un accordo", dice alla Casa Bianca prima di partire per il G7. Nelle dichiarazioni precedenti, c'è spazio per uno scenario potenzialmente apocalittico: "E' possibile che veniamo coinvolti" nel conflitto. In tutto questo, il jolly: Trump, mentre la guerra tra Ucraina e Russia si trascina senza apparente soluzione, è "aperto" alla possibilità che Vladimir Putin agisca da mediatore tra Israele e Iran. Il presidente russo "è pronto: mi ha chiamato a proposito di questo, abbiamo avuto una lunga conversazione su questo".
L'ipotesi di Putin 'uomo di pace' non sembra plausibile per il presidente francese Emmanuel Macron: "Non credo che la Russia possa mediare tra Iran e Israele", dice. Sul tema si esprime anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. "Putin mediatore? 'Non lo so, vediamo come si sviluppa situazione. Israele è molto più forte da un punto di vista militare, anche se non bisogna sottovalutare l'Iran, ma è una guerra che continuerà per giorni e giorni'', dice. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)