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Charles Leclerc 'si commuove' con il ricordo di Jules Bianchi. A dieci anni dalla scomparsa dell'ex pilota di Formula 1, morto il 17 luglio 2015 in un tragico incidente durante il Gran Premio del Giappone all'età di 25 anni, il monegasco della Ferrari ha voluto omaggiarlo oggi, giovedì 17 luglio, prima con una storia Instagram e poi condividendo i suoi ricordi sul sito ufficiale della Formula 1. Bianchi, per Leclerc, è stato molto più che un amico, ma un vero e proprio mentore, che lo ha guidato per tutto il suo percorso in pista ed è stata continua fonte di ispirazione. Su Instagram Charles ha condiviso il video a lui dedicato da parte della Formula 1 aggiungendo un "Ci manchi" con tre cuori. "I primi ricordi che ho di Jules non sono legati al Jules pilota, ma piuttosto alla Jules persona, poiché l'ho vissuto molto più come un essere umano che come un pilota", ha detto Leclerc sul sito ufficiale del circus. "Abbiamo trascorso tantissimo tempo insieme crescendo ed entrambe le nostre famiglie erano e sono ancora molto unite. Lui e mio fratello maggiore erano migliori amici, quindi era sempre presente", ha raccontato il pilota della Ferrari, "Jules aveva otto anni più di me, più o meno l'età di mio fratello maggiore. Io avevo sei o sette anni e a quell'età la differenza si sente eccome". "Poi, crescendo, la differenza d'età in un certo senso si è attenuata e siamo diventati grandi amici. Ho alcuni aneddoti di quel periodo, ad esempio il primo film horror che ho visto era in realtà con Jules. Non sapeva che stavo fingendo di dormire. Stava cercando di assicurarsi che stessi dormendo perché voleva guardare quel film con mio fratello maggiore!", ha continuato, "Jules era una persona davvero gentile. Era molto divertente e aveva i suoi momenti folli quando lo conoscevi bene. Era sempre felice di aiutare e anche molto felice di divertirsi". "I ricordi più vividi risalgono probabilmente a quando avevo sei o sette anni e fu la prima volta che mi fu permesso di correre su un kart a noleggio con lui e mio fratello. Era anche molto ossessivo, al punto che ogni volta che non era abbastanza bravo in qualcosa, lo rivedevi dopo un mese, due mesi o tre mesi e lui si era allenato a ogni singola occasione che gli si presentava", ha raccontato Leclerc, "Ricordo di aver giocato contro di lui a squash, per esempio. Le prime volte era già molto più bravo di me, ma poi ricordo che cinque o sei mesi dopo aveva organizzato un torneo con uno dei primi 20 al mondo. Stava davvero andando molto bene, e questo era davvero impressionante, perché si era allenato ogni singolo giorno per migliorare nello squash. Questa è una caratteristica che ho sempre ammirato in Jules". "Non si arrendeva mai, mai, e lavorava sodo per migliorare in qualcosa. In qualsiasi cosa facesse, dava il massimo. Spero che Jules venga ricordato come un pilota di grande talento, che purtroppo non ha mai avuto la possibilità di far parte di un team di vertice con una vettura che lo aiutasse a dimostrare tutta la portata del suo talento", ha concluso Leclerc, "ci sono persone che puoi vedere attraverso i loro occhi, attraverso il loro sorriso, quanto siano brave persone. E credo che Jules sia una di queste. Questa è probabilmente la cosa più importante che ricordo di Jules: quanto fosse una persona gentile e quanto fosse determinato a raggiungere i suoi obiettivi". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)