All’interno dei locali, inoltre, sono stati individuati 15 lavoratori di origine bengalese, di cui 2 in nero, costretti a operare in condizioni igienico-sanitarie precarie e con macchinari privi dei dispositivi di sicurezza. I lavoratori erano controllati dai titolari dell’attività con un sistema di video-sorveglianza, senza avere prestato il loro necessario consenso.
I due responsabili, peraltro loro connazionali, sono stati denunciati per i reati connessi alla sicurezza dei luoghi di lavoro, alla gestione illecita dei rifiuti, allo sfruttamento della manodopera (cosiddetto caporalato) e alla vendita di prodotti industriali con segni mendaci. vbo/gsl